Le dichiarazioni di Sileri ai microfoni di Radio Cusano Campus: “Restrizioni per non vaccinati in zona Arancione è un’ipotesi da tenere sul tavolo”.
Intervenuto ai microfoni di Radio Cusano Campus, il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, ha parlato dell’ipotesi di applicare restrizioni solo per non vaccinati. Si tratta di una richiesta avanzata da diversi Presidenti di Regione che non incontra però il favore del governo. Almeno per quanto riguarda la zona Gialla. Non si esclude però che in zona Arancione e in zona Rossa le restrizioni possano effettivamente essere applicate solo ai non vaccinati.
Sileri, “Restrizioni per non vaccinati in zona Arancione è una possibilità da tenere sul tavolo”
“Il lockdown per i non vaccinati proposto da alcune Regioni non è la strategia da attuare con i numeri odierni. C’è qualche area del Paese che rischia di finire in zona gialla, ma la zona gialla non prevede grosse restrizioni, quindi al momento non vi è motivo di fare restrizioni per i non vaccinati“, ha dichiarato Sileri ai microfoni di Radio Cusano Campus parlando della richiesta delle Regioni di applicare le restrizioni solo ai non vaccinati nel caso di un cambio di colore dalla zona Bianca alla zona Gialla.
Lo stesso Sileri però ha ammesso che le restrizioni solo per i non vaccinati potrebbero essere prese in considerazione nel caso in cui qualche regione dovesse raggiungere la zona Arancione o la zona Rossa. In quel caso la gravità della situazione potrebbe in qualche modo legittimare una decisione del genere.
“Questa possibilità va tenuta sul tavolo, come tante altre opzioni, e si valuta di settimana in settimana a seconda dell’evoluzione dei numeri. In una guerra contro un virus mutevole come questo le opzioni devono essere tenute tutte sul tavolo. Credo che sicuramente servano degli aggiustamenti, però quello che viene fatto è sicuramente compatibile con l’andamento della curva epidemiologica. E’ innegabile che abbiamo una situazione sotto controllo che deve essere monitorata come tale piccoli aggiornamenti possono essere fatti in itinere“.
La validità del Green Pass e il modello 2G
Il governo ha specificato di non voler ricorrere al modello austriaco anche perché i numeri dell’Italia, dal punto di vista epidemiologico, al momento non sono così preoccupanti. Quello che potrebbe fare il governo è invece rivedere le regole del Green Pass. La validità della certificazione verde sarà portata da dodici a nove mesi alla luce dei dati sull’efficacia dei vaccini, che a sei mesi dalla somministrazione difendono poco contro il contagio.
Le Regioni chiedono inoltre al governo di valutare il modello tedesco del Green Pass 2G che prevede che la certificazione verde venga rilasciata solo in seguito alla vaccinazione e alla guarigione dal Covid. In questo modo i tamponi non darebbero diritto al Green Pass se non per andare a lavoro, dove non può essere resa obbligatoria la vaccinazione.